Cimitero, un anno dopo
Quanto è lontano lo scandalo cimitero a Sezze? Un anno e poco più anche se nell’immaginario di molti, paiono essere passati decenni. Colpa dei tempi moderni, dei nuovi media che macinano tutto in un trita carni di notizie in cui la cronaca, anche quella spicciola, spesso mista al gossip, divora tutto e restituisce uno sformato di tutto senza più capo o coda.
C’era una volta Omnia 2
Eppure quello scandalo del cimitero a Sezze ha cambiato tutto. O no? Di sicuro ha dato la spallata finale ad un’amministrazione comunale, quella targata Sergio Di Raimo, che avrebbe avuto ancora un anno di mandato ma che, sull’onda emotiva di quei fatti che nel marzo 2021, con una dovizia di particolari anche eccessiva, al limite del morboso e spesso anche oltre, turbarono la coscienza di una città che nel giro di pochi giorni, mentre le pagine dell’ordinanza che ha dato origine all’operazione “Omnia 2” circolavano nelle chat di whatsapp manco fossero pagine di giornale, si ritrovò accomunata da un senso di sdegno diffuso.
Il gossip morboso per le vicende a luci rosse
Intanto i particolari continuavano ad uscire. Alle notizie si mischiò la curiosità malsana legata più ai fatti “a luci rosse” avvenuti all’interno della casa dell’ex custode che non alla sfilza di reati consumati nel contesto e i processi mediatici dipingevano un sistema tanto vasto che giù dalle Coste e nel resto d’Italia cominciarono a dipingere Sezze e i sezzesi come un popolo di depravati, corrotti e lussuriosi peggio che a Sodoma e Gomorra.
I risvolti giudiziari
Certo, lo scenario che venne dipinto era apocalittico. Nei mesi precedenti aveva fatto rumore già la presenza di una piscina nella casa dell’ex custode. Omnia 2 quell’ex custode lo portò in carcere insieme ad un ex dirigente del Comune.
L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, travolse anche altri nove imputati che vennero raggiunti dal provvedimento di arresto domiciliare.
I reati di cui devono rispondere, a vario titolo, gli indagati, riguardano imputazioni per:
corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, in concorso e continuato; induzione indebita a dare o promettere utilità; distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, in concorso e continuato; peculato continuato; concussione in concorso; tentativo di minaccia o violenza in concorso per costringere a commettere un reato; esecuzione di lavori in assenza del titolo abilitativo e in violazione del regolamento di polizia mortuaria.
Finirono travolti nell’inchiesta professionisti del settore funebre e altri che svolgevano lavori all’interno del camposanto. Si ritrovarono inoltre indagati esponenti politici, rappresentanti delle Forze dell’Ordine e privati cittadini.
I risvolti politici
Caduta l’amministrazione Di Raimo, come da normativa, a guidare la città venne nominato un Commissario Prefettizio, una figura che riunisce nelle sue mani i poteri di Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale.
Tra i compiti espliciti per cui venne nominato, c’era quello di mettere ordine nel cimitero. Per farlo nominò un’apposita commissione di professionisti. Dalle pagine dell’ordinanza di Omnia 2 si evinceva infatti che molte delle concessioni riguardanti le sepolture all’interno del cimitero, fossero irregolari e che il problema affondasse le sue radici profonde negli anni. Si, ma quante? Esiste un modo per sanare la situazione, stabilire le responsabilità oggettive dei colpevoli di questo mercimonio, mettere un punto e ripartire all’interno delle norme di legalità?
Queste le domande cui doveva rispondere la Commissione.
Ad ottobre 2021 intanto si vota. La città sceglie il cambiamento (almeno quel 50% scarso di elettori che sceglie di andare a votare) e il nuovo sindaco, Lidano Lucidi con la sua maggioranza, dal primo giorno si ritrovano sul tavolo la questione cimitero da risolvere.
I risultati mai arrivati
Ad oggi però la soluzione non è risolta per nulla tanto che il Consiglio Comunale, ha votato all’unanimità lo scorso 4 marzo l’atto che allunga i tempi per presentare l’istanza di regolarizzazione delle concessioni delle tombe. Il termine, che sarebbe scaduto il prossimo 30 giugno 2022, è stato spostato al 31 dicembre del 2023.
Intanto il processo, per alcune mancate notifiche, deve ancora iniziare; un processo nel quale il Comune si è costituito parte civile.
Ma questo solo per quanto riguarda uno dei filoni di indagini. C’è infatti chi è pronto a giurare che altre inchieste sono ancora in corso e riguardano altri filoni di indagine. Del resto, le pagine di Omnia 2 parlano di svariati reati, differenti, imputabili anche ad altri soggetti che non fanno parte del primo processo. A che punto siano tale inchieste, c’è chi parla anche di un coinvolgimento della Procura di Perugia, non è dato sapere. Così come non è dato sapere se tali inchieste sono ancora in piedi
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Luca Morazzano
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