Ex campo di aviazione, l’occasione persa
È una data particolarmente attesa quella di oggi che gli ex titolari delle concessioni riguardanti le frazioni di terreno appartenenti all’ex campo di aviazione a Sezze Scalo.
A Latina si celebra una delle udienze del procedimento intrapreso dagli ex concessionari dei vari appezzamenti che compongono la superficie che si sono ritrovati con un pugno di mosche in mano a seguito dell’acquisto dell’intero complesso da parte di un privato. Un processo giuridico che sostituisce, a detta di molti, quello che sarebbe dovuto essere un processo naturale in cui il Comune di Sezze sarebbe dovuto intervenire per acquisire come bene pubblico il bene in questione.
Le coordinate dell’ex campo di aviazione
La superficie in questione, consiste in un latifondo di 43 ettari di estensione tra via Campania (ovvero il tratto urbano della SS 156 Monti Lepini a Sezze Scalo) e via degli Archi di San Lidano,
delimitato ad ovest dal Fosso Venereo e a sud dal Canale Fossella.
Si tratta dei terreni che in passato hanno ospitato l’aviosuperficie militare successivamente dismessa nel secondo dopoguerra. Molti appezzamenti furono dati in concessione a degli agricoltori cui il bene è stato ripreso dal demanio. Lo strumento urbanistico vigente del Comune di Sezze inserisce i suddetti terreni nella zona agricola E ad uso seminativo. Si tratta di una zona dove sono consentite attività edilizie anche a carattere residenziale solo se legate alla realizzazione di manufatti edilizi necessari alla conduzione agricola dei fondi.
La vendita
Per vendere la proprietà della superficie in questione è stata svolta una procedura che si è conclusa lo scorso 25 gennaio 2022. La procedura di sdemanializzazione era stata annunciata dal Demanio con apposita comunicazione all’Ente, nel giugno 2021, durante il Commissariamento. Cassa Depositi e Prestiti Immobiliare ha dichiarato conclusa la procedura di sdemanializzazione del bene con l’acquisto a favore di una società agricola locale. L’offerta presentata dall’azienda in questione, è stata ritenuta la più meritevole tra quelle presentate. Un’apposita commissione l’ha preferita rispetto ad altre 5 offerte. La vocazione agricola del progetto presentato, volto a trasformare l’intero fondo in una distesa di grano, ha avuto un peso specifico sulla scelta della commissione.
Non vissero tutti felici e contenti
Ma c’è un però; l’aggiudicazione al nuovo proprietario ha di fatto estromesso dalla fruizione del bene tutti i concessionari che per anni hanno pagato l’affitto per utilizzare frazioni di quei 43 ettari. Frazioni la cui coltivazione, per molte famiglie significava la possibilità di proseguire un’attività, quella agricola, che per alcuni di loro era l’unica fonte di sostentamento famigliare.
Per questo molti di loro hanno deciso di riunire le proprie ragioni e nominare un avvocato e intentare causa per vedere accolte le proprie ragioni.
Il contenzioso
Ragioni gioco forza opposte a quelle di coloro che hanno seguito la procedura d’acquisto del terreno prevista dalla legge. Per diventarne i nuovi proprietari, gli acquirenti si sono sobbarcati un investimento economico consistente.
Proprio per questa posizione opposta, si è arrivati in Tribunale dove un Giudice, dopo aver ascoltato le ragioni di tute le parti, sarà chiamato a decidere dov’è che sta la ragione. Proprio oggi, come detto, a tal proposito, presso il Tribunale di Latina ci sarà un’udienza.
Le considerazioni
Proprio la storia di questi campi, centrali in tempo di guerra come avio-superfice, centrali nei decenni a seguire come bacino agricolo di un paese che inspiegabilmente non ha puntato su tale vocazione in nome di una rincorsa industriale che non ha portato frutti, apre delle considerazioni. Su tutte l’interrogativo sui motivi per cui il Comune non abbia pensato ad intervenire nella vicenda. Eppure agli archivi sono consegnati in tal senso dei passaggi in cui consiglieri comunali hanno provato ad interessare l’Ente della vicenda. L’ultima volta in ordine cronologico, nel febbraio 2020 a firma di Serafino Di Palma e Paride Martella. Nessuna delle amministrazioni che si sono succedute hanno però deciso di intervenire e così i vecchi concessionari si sono dovuti organizzare da soli.
Aspettando il verdetto
Ad oggi i 43 ettari sono stati seminati a fine gennaio per diventare un’immensa distesa di grano.
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Luca Morazzano
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