Giornata mondiale senza tabacco
Celebrata annualmente il 31 maggio, lo scopo della Giornata mondiale senza tabacco è incoraggiare le persone ad astenersi per almeno 24 ore dal consumo di tabacco. L’obiettivo è quello di indurre a smettere di fumare, evidenziando gli effetti negativi di tale pratica sulla salute umana.
Fumare: vezzo o dipendenza?
L’Organizzazione mondiale della Sanità ha stimato nel 2011 che circa sei milioni di persone perdono la vita ogni anno a causa del fumo. La Giornata mondiale serve, oltre che a sensibilizzare, a fare chiarezza sulla diffusione del tabagismo: dipendenza dal fumo di tabacco. Quest’ultimo contiene, tra l’altro, nicotina: alcaloide stimolante che può provocare un miglioramento temporaneo della memoria, dell’umore e dei riflessi. Questo alcaloide però genera anche una forte dipendenza psicofisica, responsabile di una particolare sindorme di astinenza che può comportare ansia, stress e perfino depressione. La nicotina, inoltre, al pari di altri stimolanti, può aumentare l’ansia, la difficoltà nel dormire e le disfunzioni metaboliche.
Tra rischi per la salute e clichés
Il fumo è uno dei maggiori fattori che contribuiscono a provocare problemi di salute, soprattutto polmonari, respiratori e cardiovascolari. Gli Stati spesso regolano la vendita di tabacco e limitano le pubblicità di questo ma, nonostante ciò, il numero di fumatori cala molto lentamente. L’immagine cinematografca, tuttavia, in ogni caso falsa e ingannevole, associa spesso la sigaretta all’uomo sano, sportivo e disinvolto e alla donna colta e affascinante.
La sigaretta è il modo più diffuso per fumare. Dagli anni Sessanta ad oggi il consumo di tabacco è diminuito tra i maschi adulti e aumentato tra donne e giovani. Inoltre, per alcuni studi, l’abitudine compare sempre più spesso prima tra le ragazze che tra i ragazzi, in entrambi i casi in età precoce. La sigaretta sarebbe, infatti, in grado di veicolare un messaggio di crescita e di affermazione personale alla società, ai coetanei e a se stessi. Inoltre è stato riscontrato che, quando in famiglia un genitore o un fratello più grande fuma, diventa più probabile che il ragazzo si avvicini alla sigaretta.
La situazione in Italia
Secondo i dati dell’indagine Doxa-Iss presentati in occasione della Giornata mondiale senza tabacco del 2016, in Italia ci sono 11,5 milioni di fumatori, ossia il 22% della popolazione, di cui 6,9 sono uomini e 4,6 donne. 7,1 milioni, invece, sono le persone che hanno smesso di fumare. L’abitudine risulta comunque più diffusa tra gli uomini nella fascia di età 25-44 anni. In media si inizia a fumare a circa 18 anni e, quando ci si riesce, si smette intorno ai 43. Nel nostro Paese ci sono, inoltre, 305 Centri antifumo del Sistema sanitario nazionale e 58 Centri antifumo LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori). Si stima che in Italia siano attribuibili al tabacco fino a circa 80 000 morti ogni anno, di cui il 25% di persone tra i 35 e i 65 anni, in prevalenza uomini.
I dati sulle morti per fumo, in Italia e nel mondo, sono purtroppo sempre molto generali e indicative dal momento che gli studi dovrebbero tener conto di fattori come il fumo passivo, che anche causa molte vittime, e delle malattie già presenti aggravate dal fumo. L’obiettivo del Ministero della Salute, però, è sempre quello di disincentivare l’uso di tabacco soprattutto da parte delle nuove generazioni. Molto è stato fatto e si fa anche nelle scuole e negli enti educativi mentre minori e meno frequenti sono i progetti per gli adulti.
La sigaretta elettronica: una scelta salutare?
La sigaretta elettronica è un dispositivo che permette di inalare vapore, in genere aromatizzato e contenente quantità variabili di nicotina, e immetterlo nell’apparato respiratorio, senza che ci sia la combustione. Questa quindi può essere utile alla disassuefazione dal fumo, con la possibilità di prevenire molti cancri ogni anno. Tuttavia deve essere ancora stabilito se sia efficace come strumento per controllare la dipendenza da nicotina. Si sottolinea inoltre che le sostanze chimiche utilizzate devono essere ancora ampiamente studiate e, per alcuni ricercatori, potrebbero avere effetti nocivi sulla salute. Chiaramente esistono strategie alternative alla sigaretta elettronica per smettere di fumare: terapie farmacologiche specifiche o brevi sessioni di counseling, abbinate a una sana alimentazione e a una regolare attività fisica.
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