“…Dipende, da che dipende, Da che punto guardi il mondo tutto dipende…” (J. De Palo)
Negli ultimi giorni, le cronache locali hanno raccontato episodi che hanno visto protagonisti “in negativo” alcuni cittadini stranieri. Inutile negare che Sezze e soprattutto il suo centro storico, convive da tempo con situazioni di grave disagio.
Sui social sono apparsi post e comunicati che raccontavano i fatti accaduti, sui quali sono intervenute naturalmente le forze dell’ordine e addirittura il nostro Sindaco.
Immediate anche le reazioni dei cittadini ed ecco che si è tornato a dibattere “dello straniero”, “dell’extra comunitario”.
È forte il bisogno di veder rispettato, da parte di ciascuno, il proprio diritto di vivere in sicurezza, in un ambiente sano e igienico. Un episodio in particolare accaduto nei giorni scorsi, avrebbe potuto mettere a repentaglio addirittura l’incolumità di un intero quartiere.
Chiaramente da un punto di vista politico, i temi dell’immigrazione e della sicurezza rappresentano terreno di scontro ideologico e sono spesso oggetto di strumentalizzazione.
All’interno di una comunità, queste sono questioni che generano, sul piano culturale, tensioni difficili da ricomporre. Soprattutto quando, accanto ai problemi e ai loro tentativi di soluzione, il modo con cui vengono rappresentate esaspera la conflittualità.
L’immigrazione è antica come l’umanità e l’Italia è da sempre un Paese di emigranti.
Sezze stessa ha visto, nei secoli, tanti suoi figli partire alla ricerca di una speranza verso terre lontane.
Probabilmente ogni famiglia (o quasi) avrà il ricordo dei racconti di un antenato sulle dure condizioni di vita e soprattutto sull’emarginazione sociale in cui era costretto a vivere.
Forse, il fulcro del discorso, è tutto qua, nella garanzia dei diritti e della dignità di ciascuno. Così mentre la legge punisce i trasgressori, la politica crea le condizioni affinché certe cose non accadano.
L’integrazione è figlia di rapporti interpersonali, dell’attuazione di politiche educative e sociali che influenzino le condizioni di vita dei migranti e dei loro figli. La sua realizzazione richiede apertura e inclusione da parte della società che accoglie.
La politica non può produrre automaticamente l’integrazione, ma di certo ha grandi responsabilità nel favorirla o viceversa nel comprometterla.
L’augurio di buon lavoro e un grazie alle forze dell’ordine che tutelano il nostro diritto alla sicurezza.
Alla nostra Amministrazione e a tutti noi, l’augurio che la nostra Sezze, storicamente ospitale ed accogliente, possa abbattere l’ostacolo della diversità e raggiungere l’integrazione.
Col pensiero alle panchine colorate del nostro Paese, affinché non restino solo un simbolo ma siano memento.
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Manuela Fantauzzi
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