Acqua, paga sempre l’ortolano (utente diligente)
Contro il bilancio 2021 nell’assemblea dei soci di Acqualatina lo scorso 30 giugno; contro l’aumento delle tariffe idriche 2022 e 2023 ma a favore del Documento Unico di Programmazione 2022-24 e del bilancio di previsione per il triennio 2022-24 nella Conferenza dei Sindaci e dei presidenti di Provincia dell’EGATO 4 lo scorso 27 giugno.
Sono queste le votazioni espresse dal sindaco di Sezze, Lidano Lucidi in materia di acqua che innestano Sezze tra i pochi comuni dissidenti dell’Egato e di Acqualatina. Purtroppo il voto contrario setino non cambia gli esiti finali e le ripercussioni che le stesse decisioni avranno sugli utenti, anche setini.
In primis sui costi stessi dell’acqua per i cittadini.
Cosa significano infatti queste stesse delibere? Significano essenzialmente due cose: la prima è che Acqualatina è una società con le casse in salute; la seconda che i cittadini/utenti (che da anni continuano a lamentare diversi disservizi) saranno chiamati già quest’anno e poi il prossimo, prezzi maggiorati rispetto agli attuali per la tariffa dell’acqua.
L’analisi
Da una parte l’aumento delle tariffe, dall’altra un bilancio approvato con utile. Vista così Acqualatina ha portato a casa dall’assemblea dei sindaci e da quella dei soci due risultati che potrebbero valere al presidente Michele Lauriola il titolo di manager dell’anno.
Risultato pieno, casse della società in salute nonostante il biennio critico 2020-21 e la crisi in corso rendano gli ultimi tre anni tra i più critici, dal dopoguerra ad oggi, a livello economico. La società dell’acqua pontina chiude addirittura con un tesoretto da usare in caso di ulteriori aumenti della componente energetica per far fronte a spiacevoli sorprese.
Tutto ciò avrebbe un senso pieno se Acqualatina fosse una società privata nata a scopo di lucro come tante altre.
Acqualatina però, ormai solo a livello nominale, è una società per azioni partecipata al 51% dalla componente pubblica, attraverso le azioni possedute di essa dai comuni che compongono l’ATO4.
L’ATO è l’ambito territoriale dei comuni, non solo i 33 della provincia di Latina ma anche quattro della provincia di Frosinone (Amaseno, Giuliano di Roma, Vallecorsa e Villa Santo Stefano) e due della provicia di Roma (Anzio e Nettuno), che compongono appunto la ripartizione territoriale che deve gestirsi in proprio i servizi.
Poi succede che qualche comune ceda le proprie quote societarie ad una banca. La banca è la stessa che è proprietaria di Veolia. Veolia è la società francese che costituisce il socio privato di minoranza di Acqualatina con il 49% delle quote. Ecco che anche la presunta pubblicità di Acqualatina diventa discutibile.
I dubbi
Diventa discutibile soprattutto il doppio intento a contenere eventuali aumenti dei costi della componente energetica, senza tuttavia provare a distribuire quell’utile tra gli utenti, magari andando a mitigare il costo delle bollette.
Oppure impiegare quelle risorse utili per accelerare i processi virtuosi di risanamento della rete idrica lì dove per ammissione degli stessi tecnici della società, la dispersione idrica tocca soglie del 70% e quindi attraverso il suo recupero si potrebbe proporzionalmente ridurre lo stesso i costi energetici perché sarebbe sufficiente immettere nella rete un terzo dell’acqua immessa oggi.
La versione di Acqualatina
Secondo il documento approvato, ma non ancora pubblicato, Acqualatina spiega in una nota di chiudere il bilancio 2021 con un utile di 9,3 milioni di euro. La stessa nota però spiega: “L’utile sarà destinato a riserva, per coprire gli effetti del caro energia e sostenere gli investimenti in crescita”.
È stato l’amministratore delegato di Acqualatina Marco Lombardi a spiegare: “Alle difficoltà della pandemia si è aggiunto il caro energia, con gli effetti che già sperimentiamo. Anche per questo il CdA ha proposto di destinare l’utile d’esercizio a riserva. Una riserva per poter coprire gli effetti dei rincari e sostenere gli investimenti che prevediamo in continua crescita, in linea con quanto accaduto quest’anno”.
Quella dell’Egato4
Peccato che anche la nota dell’Egato 4, ovvero l’Ente di Governo dell’Ambito Territoriale Ottimale 4 “Lazio Meridionale – Latina”aveva precisato:
“La nuova articolazione prevede l’aumento della tariffa dell’8,45% per l’anno 2022 e del 5% per il 2023.
L’aumento è stato determinato da un riconoscimento di maggiori costi sostenuti dal Gestore. L’aumento è effetto di nuove disposizioni regolatorie imposte dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) in ottemperanza a specifiche sentenze.
I maggiori costi sono legati a tre fattori principali: il costo dell’energia, le morosità delle bollette non pagate dagli utenti inadempienti e il conguaglio per le annualità pregresse per il Canone ai Consorzi di Bonifica”.
Paga sempre l’ortolano
Ecco quindi che non solo tornano i maggiori costi energetici, già coperti, ma si aggiungono inadempienze della società (mancato recupero delle morosità e mancato pagamento ai Consorzi di Bonifica) che devono essere ora saldate dagli utenti.
Hanno votato a favore i Sindaci dei Comuni di Castelforte, Fondi, Formia, Gaeta, Latina, Lenola, Maenza, Minturno, Priverno, San Felice Circeo, Santi Cosma e Damiano, Ventotene. Hanno votato contrari Amaseno, Bassiano, Cisterna di Latina, Cori, Sermoneta e Sezze. Astenuti Norma, Pontinia, Sonnino e Terracina.
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Luca Morazzano
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