Problema siccità? Aumentiamo costi e consumi
Nonostante una dispersione al 70%, tra le più alte d’Italia, invece che andare a risolvere il problema, Acqualatina pensa ad aumentare la quantità di acqua sottratta dalle falde.
Dal punto di vista commerciale l’indirizzo della società del servizio idrico integrato dei comuni dell’ATO4 è pure comprensibile. Da anni, con il benestare degli stessi enti che compongono la parte pubblica della società, chiude con il bilancio in attivo e qualsiasi spesa in più che si trova ad affrontare, la carica sulle bollette degli utenti. Gli aumenti dell’8,5 % sulle bollette 2022 votato nei giorni scorsi e quello del 5% per il prossimo anno.
Tubazioni colabrodo e riparazioni rattoppo
Gli Utenti, da parte loro, si ritrovano in continuazione a segnalare, accanto ai disservizi, le perdite d’acqua. Perdite che poi si ripetono sempre in determinati punti. Oltre a dover attendere giorni e giorni per le riparazioni, vedere che dopo un po’ il problema si ripropone, aumenta l’esasperazione. Sintomo questo che le riparazioni operate, con le ormai famose cravatte, sono poco più che rattoppi; sicuramente sono inidonei in presenza di tubature fatiscenti e obsolete come quelle interrate sui nostri territori ormai da diversi decenni. Eppure il gestore continua a pagare “a chiamata” le ditte che eseguono questi interventi, anziché programmare la sostituzione progressiva delle tubature della rete.
Più risorsa nei tubi colabrodo, più risorsa dispersa
Tornando però alla politica di Acqualatina, che poi è la stessa delle altre società che gestiscono la risorsa negli altri ATO, emerge un dato che fa riflettere.
Lo spunto arriva dal Bollettino Unico della Regione Lazio numero 58 dello scorso 12 luglio 2022.
Nella sezione avvisi infatti, vengono allineate ben 12 richieste della Direzione Lavori Pubblici della Regione Lazio, Stazione Unica Appalti, Risorse Idriche e Difesa del Suolo, per la concessione di nuove derivazioni idriche.
Tecnicamente si tratta di “Richieste di concessione di Grande Derivazione idrica ad uso potabile da corpo idrico sotterraneo”.
Le nuove grandi derivazioni pontine
Delle dodici presentate, quelle che riguardano l’ATO 4, sono 5 e riguardano Sezze, Sermoneta e Prossedi, Spigno Saturnia e Terracina.
Per Sermoneta, la richiesta riguarda Pozzo Carabiniere, individuata al Catasto al foglio n 17 particella n 94, per una capacità complessiva di 1.50 moduli medi ovvero circa 150 litri al secondo.
Per Prossedi la richiesta riguarda Fiumicello, individuata al foglio n 16 particella n 46-85-86 del catasto, per complessivi 1.56 moduli medi.
A Spigno Saturnia, località Capo d’Acqua, foglio n 25 particella n 1- 2, per complessivi 4.96 moduli medi.
A Terracina, l’area individuata è quella di Ponticelli, foglio n 19 particella n 15, per
complessivi 1.40 moduli medi.
A Sezze invece la richiesta insiste su Sardellane, in zona individuata al N.C.T. al foglio n 48 particelle n 76-49-61-77, per complessivi 11.00 moduli medi ovvero 1100 litri/ al secondo.
Si tratta della derivazione maggiore tra le dodici richieste, a riprova di una capacità idrica di fornire risorse del bacino Sardellane, superiore a tutti gli altri.
Le nuove derivazioni fuori provincia
Le altre richieste riguardano:
Pozzi Tufano e pozzo Tufanello ad Anagni per complessivi 4,90 moduli medi; Collepardo, sorgente di Capofiume, per complessivi 3,90 moduli medi; Posta Fiblreno, campo pozzi, 6,60 moduli; Settefrati, località Madonna di Canneto, per complessivi 3,30 moduli medi; Campoli Appennino, località Pozzi Carpello, per 2,45 moduli; Castrocielo, campo pozzi Forme d’Aquino, 2,20 moduli; Frosinone, località Mola dei Frati, 1,25 moduli.
Si tratta di richieste per derivazione di acqua idropotabile e quindi senza possibilità di restituzione in quanto immessa nella rete.
Due rapidi conti
Nel caso specifico di Sezze, si tratta della derivazione maggiore, con 11 moduli medi, più di tutti gli altri della provincia di Latina messi insieme. La derivazione va ad aggiungersi a quelle attuali, di Sardellane 1 e Sardellane 2 che servono Sezze e dintorni.
Sezze conta circa25 mila abitanti ma l’acqua che assorbe, con una dispersione ammessa dagli stessi tecnici di Acqualatina, oltre il 70%,potrebbe servire 100 mila abitanti.
Dagli stessi dati di Acqualatina, l’acqua setina arriva a Latina, Pontinia, San Felice Circeo, parte di Terracina e Priverno, per un totale di altre 120 utenze che servono, ognuna, più di un abitante.
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Luca Morazzano
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