Cesare e Riccardo
In tanti conosciamo Cesare e Riccardo, due “sezzesi” che vivono in altrettanti quartieri apparentemente lontani e diversi ma al contempo tanto simili tra loro e alle tante altre piccole “grandi” realtà del nostro territorio.
In due diversi momenti della mia vita, ho vissuto accanto a ciascuno di loro e oggi voglio parlarvene con un po’ di campanilistico orgoglio.
Cesare Iozzi e l’alimentari “Cesarotto”
Nella zona dei Colli, ai primi del ‘900, fu la nonna di Cesare ad aprire un piccolo negozio di generi alimentari, in un quartiere che all’epoca contava poche anime.
L’attività è cresciuta nel tempo, grazie soprattutto a Concetta,
la mamma di Cesare.
Gli anni sono passati e il quartiere è cambiato. Alle storiche famiglie che lo abitano da sempre, se ne sono aggiunte di nuove, provenienti da altre zone. Quello che è rimasto un punto fermo è l’alimentari di Cesarotto, che da anni ne ha assunto ormai la conduzione, sempre lì, accanto alla Chiesa e l’ufficio postale, nel cuore del quartiere.
Forse è proprio questo, il non cambiare nella sostanza pur adattandosi al passare del tempo, che ha fatto del negozio di Cesare, una “piazzetta” in cui trovarsi e chiacchierare mentre si fa la spesa o si gusta uno dei suoi famosi panini.
Riccardo Bucciarelli e “Il Mercante”
Aveva 27 anni Riccardo quando, nel 2017, decise di aprire il suo piccolo negozio di quartiere.
Cresciuto in una famiglia di commercianti, ha sempre avuto lo spirito imprenditoriale “nel sangue” e soprattutto il coraggio di creare una nuova realtà. Ha scelto di farlo in pieno centro storico, proprio di fianco al Comune, portando un servizio di prossimità dove ormai da anni non c’era più, aiutato da sua mamma Antonella.
Abituato a lavorare sodo, dopo un paio d’anni ha “fatto il bis” e “Il Mercante” ha aperto un nuovo punto vendita accanto la Cattedrale di Santa Maria, dove Riccardo e la sua compagna Valentina, sono diventati un riferimento per le tante persone che vivono nel quartiere.
Chi ha il coraggio di sognare non si ferma e così, in quel piccolo negozio di Santa Maria, ora si può comprare anche dell’ottima pizza.
Se vi trovate a passare in quella zona, probabilmente troverete qualcuno seduto sulla panchina fuori dal negozio, per fare due chiacchiere con l’occasione della spesa.
Cesare e Riccardo
Così diversi e così distanti eppure tanto simili, uniti nel merito di svolgere qualcosa che va oltre un semplice lavoro.
I loro non sono semplicemente dei negozi perché le attività commerciali di vicinato si distinguono non solo per la loro funzione economica ma soprattutto per il ruolo sociale e culturale che assumono.
I negozi di prossimità rappresentano per il paese un presidio importante, anche per alleggerire la tensione sociale e il diffuso senso di insicurezza, riuscendo a ricucire il legame tra luoghi e persone, a favore di percorsi di legalità, inclusione e sviluppo.
Lo abbiamo visto bene durante la fase acuta della pandemia, quando hanno rappresentato un punto di riferimento per gli abitanti dei quartieri.
E lo sono tutt’ora, mentre ci prepariamo a vivere uno dei periodi economici più bui. Nei piccoli negozi possiamo lasciare la spesa sospesa, sono i piccoli commercianti che conoscono i bisogni dei clienti e sono lì pronti a “segnare” quando ce n’è la necessità.
Se l’economia di un luogo dipende dai servizi che offre, in un’ottica di rigenerazione urbana, queste piccole realtà diventano il fulcro di un progetto che fonde tradizione ed innovazione.
Ci auguriamo che anche tutti i nostri negozi di prossimità possano essere sostenuti e messi in condizione di crescere e far crescere i loro quartieri.
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Manuela Fantauzzi
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