Il cimitero e la giudice, quanto i buoni possono essere cattivi e i cattivi non sono poi così cattivi
Sapete in un mondo di moralisti, di Santa inquisizione, i garantisti hanno vita difficile. Meglio, sono ai margini della vita ritenuti collusi con il male da coloro che si sentono esclusivisti del bene. Ebbene voglio solo mettere un dubbio li dove c’è stata gogna. La vicenda del cimitero di Sezze è stata raccontata come se questo posto fosse peggio della Chicago del proibizionismo. Qui si faceva imbroglio anche dei morti. Inchieste, illazioni, descrizioni di gironi danteschi, Sodoma e Gomorra erano rispetto a qui città eticamente perfette.
Ebbene il 3 maggio scorso si doveva tenere l’udienza preliminare per giudicare gli accusati ma tutto è stato rinviato. Perchè: il giudice che doveva giudicare, Giorgia Castriota era stata arrestata.
Lei si doveva pronunciare sulla richiesta di rito abbreviato avanzata da tre imputati: Fausto Perciballe, Andrea Redi e Alfredo De Angelis, l’indagine ha coinvolto 29 persone. Naturalmente noi crediamo che la giudice Castriota dimostrerà la sua completa estraneità ai fatti. Ma i moralisti che aveva tracciato di netto la separazione tra buoni e cattivi, ora come faranno con questo mischio?
Chi dal piano giudicava questa comunità malvagia senza dubbio alcuno, ora come parlerà di questo oggettivo paradosso?
Non assolvo alcuno perchè non condanno nessuno ma i dubbi nelle descrizioni dei fatti li vogliamo mettere? La Costituzione della Repubblica recita all’articolo 27 comma 2: “L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”. Vale per la giudice, vale per ogni imputato come lei e chi racconta con il vestito del bene gli stracci del male dovrebbe pensare che i suoi calzini, sotto le scarpe, possono essere imputati e Sezze non è più buona o più cattiva di altre parti del mondo, ma sta nel mondo dove non sono previsti i santi.
Questo dovevo al rispetto del Diritto che non è mai abuso dell’accusa ma equilibrio con la difesa.
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