Di Raimo fa i conti a Lidano e non tornano: la Tari “lievita” del 17%
Allora, quando parli di tasse il piacere di ogni discussione finisce prima di cominciare. Pagare le tasse è brutto per tutti, pagarne di più è peggio.
Sergio Di Raimo, ex sindaco ed ora consigliere di opposizione con il Pd, si è messo a spulciare intorno ai conti di Comune ed Spl sulla Tari.
Carta pnna e calamaio, somme e aritmetica, pareva l’ispettore Morse nel decifrare non lettere criptate ma conti complicati. Il servizio Tari, il cui costo va coperto al 100% dagli utenti, costava ai setini 4 milioni e spicci. L’ente di controllo, l’Arera, considera congruo un aumento dell’1.7% rispetto all’anno precedenti. Quindi a Sezze il costo poteva crescere di poco più di 80 mila euro, invece? Morse-Di Raimo si trova una crescita di oltre 700 mila euro, quasi il 17% (dieci volte tanto quanto previsto dalla autorità di controllo).
Comune e Spl dicono: sono aumentati i costi.
Di Raimo, come si direbbe da noi non abbocca a finte, e verifica: se fossero aumentati i costi anche gli altri comuni dovrebbero aumentare costi e tariffe, invece taluni lo diminuiscono (eccezione per Napoli, ammette l’ex sindaco), altro lo mantengono tala quale, la maggior parte si adegua alle indicazioni di Arera.
Comune e Spl “insistono”: colpa di Zingaretti che ha consentito aumenti delle tariffe di conferimento alle aziende che si occupano di trattamento dei rifiuto.
Di Raimo dimostra che nella vicina Priverno la tariffa resta tal quale, ergo non è vero l’assunto dell’amministrazione e derivati.
La verità è che alla Spl mancano i versamenti dei morosi, quasi 400 mila euro, ammanco che è stato “riversato” sui paganti, per tenere i conti.
Sta di fatto che i setini pagheranno di più dalla seconda rata in pagamento. L’accusa politica? Non puoi registrare gli eventi e far quadrare i conti a posteriori, ma devi fare politiche attive di equilibrio e, soprattutto, devi intervenire sui costi. Negli altri comuni i costi in aumento sono stati ammortizzanti con economie di essercizio.
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