La signora del concerto e la lezione di Gattino: io chiederei scusa

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Se non fosse per gli ospiti, ogni casa sarebbe una tomba

Khalil Gibran

 

Mio padre, Antonio Grassucci detto Gattino, era un tipo sociale, orgoglioso e festaiolo. Ci teneva a far bella figura. A Sezze allora c’era la stagione teatrale all’Anfiteatro. Venivano da tutto il piano a seguire gli spettacoli. Aveva già casa a Piscinara e dopo essere stato da Aristide, sul tardi, tornava. Appena uscito da Sezze, forse da Coccia non ricordo bene, una coppia con l’auto parcheggiata lo ferma e gli crede “ma per Latina?”. Sarebbe stato facile dirgli: legga i cartelli e se la veda. Papà era setino e i setini non affidano i problemi ai cartelli, ma li fanno propri. “Seguitemi, vado anche io verso Latina”. Si offrì per confortare una evidente difficolta. Non stette a pensare “ma se ci siete venuti potere pure andar via”, non gli interessavano le ragioni o i torti voleva dare una mano.

In auto si fece seguire e ogni tanto segnalava con le frecce come a dire “va tutto bene?”, quelli dicevano di sì con i fanali, alto e basso.

Ma non bastò, avevano chiesto a lui aiuto e lui all’altezza di casa si fermo e chiese loro di fermarsi: gli offrì da bere, da mangiare, il caffè. Lui doveva curarsi di chi gli aveva chiesto aiuto, i cittadini avevano evidente puzza sotto il naso, erano antipatici fin nel midollo, ma accettarono di mangiare, accettarono di bere e presero il caffè. Io vidi tutto da dietro una porta al buio, ero timidissimo. Appena andati via uscii dal mio “osservatorio”: Papà ma chi erano quelli? Lui “Gente che era ospite di Sezze e noi l’abbiamo ospitata perchè di noi si era fidata”.

Chi è ospite di Sezze è ospite di tutti i setini, poi se ha torto o ragione a noi non interessa ma interessa che stia bene co noi come noi stiamo bene nel mondo.

Io davanti alla lettera che ho pubblicato ieri di Monica Calabresi, avrei fatto come Gattino: avrei offerto agli ospiti il massimo dell’agio e mi sarei scusato non chiedendomi se avevo torto o ragione, se lo chiedono i pusillanimi, ma testimoniando la mia antica civiltà.

Lidano Lucidi, si fa in tempo, solo i forti sanno chiedere scusa. I deboli fao a mucco tosto.

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