La guerra di nonno, il mulo e la canzone

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Il mulo di mio nonno aveva la faccia, tal quale di nonno, e io che gli assomigliavo un poco mi ritrovai nel muso del mulo. Che strana impressione in un mondo dove tutti si cercavano trovandosi bello noi eravamo muli, faccia da mulo
Mi direte: ma come fa un mulo ad avere muso di cristiano? Semplice si arrabbia per testardaggine. La testardaggine è come il trucco lieve per le donne le aiuta ad essere quello che si sentono di essere. Nonno era un mulo, come lui mansueto se era tempo di mansuetudine ma testardo come un mulo se aveva dato la parola e una volta data non c’è era giusto o torto, ma solo tenere il punto. Nonno voleva mettere il mulo attaccato al carretto, il mulo non ne voleva sapere. Si confrontarono da prima civilmente, poi senza civiltà. Nonno con me era un angelo lo vidi col mulo demonio davanti a balzebu’. Fu intenso lo scontro e i santi furono chiamati a malo modo a partecipare e io…
Nonno si volto’ e non mi disse di essere educato ma mi confermo’ che dovevo essere determinato. Il carretto fini attaccato al mulo, il mulo a mangiare la biada, io e nonno vicini a cantare “e la ciociara va a Caserta co na ciocia rotta e una spaccata”. Mi mise sotto la sua mantella di cerata grossa e al molo non torse un capello e anche l’ animale si mise a cantare.
Chissà come arrivò a Caserta la Ciociara se teneva na ciocia rotta e una spaccata? Nonno era un campione, prese il Trinciato forte e se ne frego’. Ma credo che in cuore suo non cantava fuori luogo in questa terra di Ciociaria che dal sul piano prima del mare.

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