Il fiume Ufente scompare. Le annunciate azioni di tutela e difesa del sistema idrografico del fiume non placano le ragioni dei contadini.

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Nell’alveo l’acqua ormai ristagna, non si conoscono le sorti delle fauna ittica di quello che è sempre stato un fiume pescoso risorsa idrica di inestimabile valore per tutta la Pianura da Sezze a Pontinia  

 

Era l’11 Settembre del 2023 quando il Consorzio di Bonifica annunciava che avrebbe impiegato circa 12 mesi per realizzare “un sistema di paratoie e di invasi fra l’Ufente e i canali Selcella e Linea Pio, in grado di garantire l’irrigazione anche nei periodi più critici”. Dinanzi all’allora Prefetto di Latina venne annunciato: “Ora invece agiamo anche sul fronte della programmazione, per gestire al meglio la risorsa idrica e difendere il territorio dai cambiamenti climatici”. Cosa è accaduto da allora? Il grande progetto prevedeva: “di sbarrare il fiume Ufente e creare un serbatoio di circa 900mila metri cubi, con capacità complessiva di regolazione pari a 9 milioni di metri cubi. L’acqua si alza e poi attraverso le varie traverse finisce nel Selcella che defluisce verso l’idrovora di Mazzocchio”.

Ora però il problema che si sta verificando a pochi chilometri di distanza dalle foci dell’Ufente appare assai grave. E la recente soluzione paventata è stata la stessa: metteremo una paratoia per fermare il flusso dell’acqua. Il problema è che l’acqua non c’è più. Non scorre. E’ placida e ristagnante.

Il bel fiume che di norma è alimentato dal sistema idrografico delle Sorgenti delle Sardellane, è di conseguenza approvvigionato da numerose acque di falda che da secoli corrono ai piedi dei Monti dei Lepini. Un fiume che non solo ha alimentato la mitologia, ispirato poeti e premi Nobel, ma ha sfamato generazioni di popolazioni residenti lungo le sue sponde, facilitando il ricorso all’uso delle acque potabili che dalla montagna hanno attraversato per secoli la Pianura Pontina.

L’Ufente secondo i geologi nasce dalle Canalelle, per altri parte di quelle acque sono provenienti direttamente dalla Fonte di Sant’Angelo sul Monte Semprevisa. Ma una cosa è certa da Ninfa fino al Lago dei Gricilli i piedi delle colline dei Lepini poggiano sull’acqua. L’oro blu. Ma la preziosa risorsa da queste parti non ha mai goduto di una grande fama. Sarà stata l’abbondanza o l’ignoranza? Certo è che laddove potevano nascere terme, abbiamo costruito e fatto costruire tutto, fuorché alimentato e progettato un sistema termale turistico. Ma tant’è.

Tanto che oggi comuni come Sezze spesso rimangono a secco, nonostante l’acqua sgorga abbondante dalla pancia delle nostre colline e delle nostre montagne, stesso accade a Roccagorga a Bassiano. I misteri della ridistribuzione delle risorse idriche potabili, restano tali, per ora. Certo è che a memoria d’ uomo nessuno ha mai visto l’Ufente all’asciutto. Né in Estate, la cosiddetta Stagione (così come viene definita nel servizio) né tantomeno d’Inverno, piuttosto invece se ne sono viste le esondazioni.

I Coltivatori ed i Contadini che vivono e lavorano lungo l’argine sono sul piede di guerra. L’improvviso azzeramento del flusso ha prodotto l’insabbiamento dell’alveo. Tutto ristagna. L’Ufente che non è mai stato Palude, né rivolo, è uno stagno a macchia di leopardo. Tutto si è iniziato a registrare a partire dal mese di Ottobre 2024. Le ragioni della scomparsa dell’antico fiume restano per lo più sconosciute, se ne fanno logiche e illogiche congetture.

Fiume Ufente - Sezze - Latina
Fiume Ufente – Sezze – Latina

Perché un fiume non scompare dall’oggi al domani, ed allora cosa è accaduto all’UFENTE?

Ad oggi infatti i contadini lamentano di non essere stati presi in considerazione, piuttosto di essere stati presi per scemi. Perché l’acqua del fiume Ufente è da sempre ricca di vegetazione, come tutti i fiumi del Pianeta Terra e la pulizia negli argini facilita il suo scorrimento a valle, non lo ostacola. Così come sarebbe opportuno ricordare che la portata di questo fiume: “utilizzato Campo gara dalla Federazione Italiana quindi poiché da sempre vi dimorano specie ittiche molto comuni come gli Alborelle, Triotti, Scardole, Carassi e via via fino alle Carpe e ai Cefali che risalgono dal mare” nel 2023 ha fatto ipotizzare la possibilità di realizzare un sistema che ne arginasse la dispersione.

Il Fiume che doveva essere “tutelato” (vedasi contratto di Fiume dell’Ufente) e per il quale il territorio ha goduto di finanziamenti, così come ricorda lo stesso Consorzio di Bonifica.

Sarà allora opportuno iniziare a fare qualche verifica congiunta su come vengono realizzati i pozzi di captazione in provincia di Latina alle pendici di Sezze a partire dalle Fonti delle Sardellane per finire al Lago di Riserva Idrica Mole Muti?

Sarà forse il caso che gli Enti preposti illustrino al Prefetto di Latina ed ai Sindaci dei Comuni di Sezze e Roccagorga le carte del sistema di captazione, dei Lepini, dando chiara evidenza al sistema di falde e fonti toccati dalla attuale distribuzione del servizio idrico?

Gli invasi che già da molti anni sarebbe stato opportuno realizzare – al lato dell’Ufente – per non disperdere la preziosa risorsa idrica potabile possono dire Acqualatina e il Consorzio di Bonifica dove sono ubicati?

Il sistema di paratoie che si annunciava nel 2023 e richiamato anche di recente dallo stesso Consorzio – per rassicurare i contadini di Sezze – quando si pensa di realizzarlo?

Di certo i Contadini ed i Cittadini di Sezze sono felici si sapere che la loro acqua viene utilizzata per dissetare Sabaudia e Latina, ma la sua adeguata tutela e un’ equa distribuzione che non penalizzi le colline sarebbero cosa gradita.

 

 

 

 

 

 

 

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