Falsa rotatoria di via Fanfara, che c’è sotto?
Vanno per le lunghe i lavori che dovrebbero ridisegnare l’incrocio tra via Fanfara, via Ninfina e via Bassiano dando vita ad una sorta di rotonda. Il rischio di un’ennesima incompiuta setina pare essersi dissolto con il recente avanzamento dell’opera, ma è evidente come quella zona, sia soggetta non a caso a tanti vincoli e attenzioni.
Genesi di un mistero mai risolto
L’iter burocratico per arrivare al via degli stessi lavori è stato lungo anni eppure dopo il loro inizio si è assistito a vari stop. I lavori erano cominciati spediti nei mesi scorsi, per poi arenarsi al comparire di due grossi blocchi calcarei, poi superati, per poi arenarsi nuovamente per settimane. In questo lasso di tempo non sono mancati sopralluoghi e controlli
C’è chi ipotizza, dietro a questo nuovo fermo, lo stesso motivo per cui una struttura privata adiacente, venne fermata decenni addietro: proprio lì vicino insistono resti di opere di epoca romana. O meglio, che opere di epoca romana siano lì vicino, è fuori discussione. Il dibattito, che potrebbe essere chiarito solo con degli approfondimenti strumentali e una compagna di scavi mirati, è di cosa si tratti e quanto possa essere quindi vincolante ed importante tale rinvenimento.
Purtroppo però, anche in questo contesto, per anni a Sezze anziché approfondire, si è scelto di ignorare e provare lo stesso a costruire il moderno.
Fondata l’ipotesi che il sito nasconda tesori storico-archeologici
Del resto, come ricorda e documenta con le foto impresse sui rullini della sua macchina, il fotografo Vincenzo Serra, non molto distante da lì, sempre durante dei lavori per la realizzazione di un’infrastruttura, nell’agosto del 2009 venne rinvenuta una tomba romana del I° secolo avanti Cristo. La tomba, nello specifico un “Ustrinum” funebre, era nei pressi del ponte della valle, quella valle che nel dialetto viene denominata “della Cunnula” ovvero della Culla. Culla evidentemente della civiltà setina visto che è la valle delle impronte dei dinosauri e delle grotte preistoriche, quella ancora sopravvissute, ovvero riparo Roberto e grotta Iolanda. I due siti preistorici furono scoperti dall’archeologo Marcello Zei e così denominati in onore del figlio (recentemente scomparso) e della moglie. Una terza grotta, scoperta contestualmente, venne distrutta in nome degli scavi minerari dell’ex cava Petrianni.
Per uscire dallo stallo
La discussione a questo punto non verte sull’utilità, indiscutibile, di modificare quell’intersezione teatro, negli anni, di tantissimi incidenti stradali che, solo per buona sorte, ancora non hanno mai avuto esito tragico.
La vera questione verte invece sul fatto di quanto sia utile, prima di proseguire con lavori che andranno a modificare in maniera radicale e incontrovertibile i luoghi, approfondire quanto c’è sotto a quei luoghi, che potrebbero riservare un tesoro di storia di inestimabile valore.
La storia burocratica recente
Per la cronaca, l’iter dei lavori in atto, venne approvato dal Consiglio comunale setino nel novembre 2019. L’intervento venne fortemente caldeggiato dall’allora consigliere provinciale, presidente ad interim di via Costa, e consigliere comunale, Giovanni Bernasconi.
Il progetto definitivo con adozione variante al PRG, venne approvato dalla maggioranza Di Raimo e da Sezze Bene Comune. Prevede un allargamento della carreggiata e tre isole spartitraffico.
Non verrà realizzata quindi nessuna rotatoria, tecnicamente parlando, perché non è arrivato in tal senso il parere favorevole della Soprintendenza per la presenza del Tempio di Saturno.
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Luca Morazzano
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