C’era una volta un campo di basket che non potrà esserci più (forse)
C’era una volta un campo di basket, dietro a viale dei Cappuccini, che per generazioni e generazioni di setini ha rappresentato “il logo” dove giocare a pallacanestro e praticare così uno sport che in quegli anni (anni ‘80 e ‘90), a Sezze era una sorta di sport di nicchia.
La storia brutalmente sintetizzata
Erano gli anni in cui il pallone, il calcio, la facevano da padrone e sull’onda della grande Vis Sezze e del miraggio Setiapolis, tutto il resto veniva confinato in secondo, forse addirittura in terzo, piano.
Erano gli anni in cui a basket o ci giocavi lì, all’aperto, oppure ti accontentavi di un canestro affisso ad un muro e una campana ricavata alle meno peggio. Non c’erano il campo coperto al tensostatico di via Roccagorga, non era ancora finita la palestra dell’attuale Pacifici De Magistris, non c’era neanche il campo scoperto annesso alle scuole superiori di Sezze e tanto meno aveva ancora inizio la dicotomia Vis Sezze – Pallacanestro Sezze.
Il triste epilogo della favola
Poi arrivò il boom, quello del basket in Italia e su quell’onda, grazie all’intuizione anche delle amministrazioni comunali, arrivarono strutture per praticare il basket all’avanguardia rispetto all’intera provincia.
Poi anche quell’onda si sopì e per via di scelte scellerate la squadra di Sezze venne “subaffittata a forestieri” (mi scuseranno in molti che in quella vicenda ci hanno sputato sangue e sentimenti ma merita una discussione a parte) e anche quell’oasi felice che permise a Sezze di partorire giocatori di primo livello sul piano nazionale, ebbe fine.
Nel frattempo tramonta anche quel campo di basket dei Cappuccini divorato dai rovi e dalle frane.
Ebbene si, il problema grande di quel campo è un fronte di frana, tutt’oggi aperto e in corso, che renderebbe vano ogni qualsivoglia intervento di recupero e pulizia come quello del 2015.
L’Utopia del 2015
Sette anni fa, proprio ad inizio luglio, nel 2015, Utopia 2000, cooperativa nata a Sezze, partorita dalle menti e dall’amicizia tra loro di Massimiliano Porcelli e Marco Tomei, per poi allargarsi a tanti altri amici, e a tante altre attività, decise di ridare vita al campo di basket in località Cappuccini
Con il via libera all’iniziativa del Comune, tante associazioni si unirono per ripulire quei luoghi e restituirli alla funzionalità.
Il Comune di Sezze ci mise mezzi e personale che resero possibile anche a tanti ragazzi degli anni ‘80, ormai cresciuti, di tornare a giocarci una partitella che però segno l’inizio anche della nuova fine del sogno.
L’entusiasmo si sopì infatti nei giorni a seguire visto che i sopralluoghi dei tecnici certificarono come tenere in vita quel luogo di sport e e aggregazione, senza un robusto investimento finanziario, non fosse possibile.
La dura realtà
Le frane in corso, decretate da un terreno fatto di riporti di terra affatto compatta, impedivano infati di poter ritenere sicuro quel luogo, bocciando ancor prima di pensarlo qualsiasi progetto di recupero.
Una stima grossolana fatta dai tecnici, per concepire un intervento di consolidamento del fronte di frana aperto già all’interno del campo (e le crepe presenti lo testimoniano), paventò un intervento intorno ai 300 mila euro che diventerebbero circa 500 mila per ripristinare anche gli spogliatoi (attualmente crollati) e le tribune.
Senza avere la certezza che però tutto il nuovo complesso possa continuare a scivolare come un unico corpo sul fronte di frana. Eppure oggi, senza uno studio, se ne torna a parlare.
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Luca Morazzano
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