Sezze, città della Passione
Fede, cultura e tradizione si fondono a Sezze il giorno del Venerdì Santo, in cui ha luogo la Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo, conosciuta e apprezzata non solo nel nostro territorio ma addirittura in Europa.
La storia
Nel 1933 l’avvocato Filiberto Gigli, colpito dal profondo sentimento religioso dei cittadini setini, decise di riportare in auge una tradizione che ha origine addirittura nel Medioevo, quando solo le confraternite religiose celebravano la Passione, portando in processione il Cristo Morto e la Madonna Addolorata. Fu San Carlo da Sezze (1613 – 1670) a rievocare la “Passione di Cristo” esaltando il valore religioso della croce. Negli ultimi settant’anni, inoltre, diversi quadri della Passione sono stati rappresentati a Roma, di fronte al Papa e anche a figure istituzionali che ne apprezzarono e ne compresero la profondità storico-religiosa (uno tra tutti Alcide De Gasperi).
Cittadini-attori
Una delle caratteristiche della Rappresentazione è il fatto che le centinaia di figuranti sono costituite in larga parte da gente comune, che spontaneamente decide di partecipare. Da ricordare è poi la peculiarità della Passione setina che rappresenta episodi sia del Vecchio sia del Nuovo Testamento, offrendo alla popolazione anche un modo per conoscere e approfondire la Sacra Scrittura autonomamente.
Importante antropologicamente, e forse poco notata, è anche la presenza di donne che intonano lo Stabat Mater (che a Sezze è diventato la Betta Madre) unendosi al dolore della figura di Maria, la cui statua viene vestita a lutto da sole donne mentre pregano.
Sezze terra di Santi
Impossibile non ricordare qui come Sezze sia stata culla di figure da un profondo carisma religioso, tra cui venerabili e beati riconosciuti dalla Chiesa. La venerabile Caterina Savelli, così come San Carlo da Sezze, avrebbe ricevuto le stimmate mentre San Carlo stesso avrebbe fatto parte della Passione, esaltando la gloria della croce. Il cardinal Pietro Marcellino Corradino rimase impressionato dalla processione delle confraternite che accompagnavano Cristo Morto e anche dalla devozione all’Addolorata.
Per concludere non mi resta che invitare tutti, setini e non, a partecipare a quest’evento unico e a vedere con i propri occhi una comunità unita che, per un giorno, diventa protagonista.
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