Viaggio laico nel Dossetti di Luigi Giorgi

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IL Comune di Sezze mi manda, attraverso il consigliere Daniele Piccinella l’invito alla presentazione del libro di Luigi Giorgi su Giuseppe Dossetti. Si terrà il prossimo 10 giugno all’antiquarium di Sezze. Mi lega a Luigi una amicizia lunga nata in lunghi sfottò quando entrambi lavoravamo al SEnato. Luigi ha una mente sottile, è spiritoso, solitario ricercatore. Di una discrezione incredibile, quasi fuori dalle cose. Cattolico di quel modo di esserlo tutto setino che è o di facciata, e non è il suo caso, direi controriformista, o di riflessione sulla Fede che hai dentro che è la sua cifra.

Ricercatore certosino ha pubblicato una ricerca sui sacerdoti non di lingua italiana nelle terre bilingue durante il fascismo. Ha frequentato il cattolicesimo politico che non testimoniava ma si sporcava le mani con il sociale, vanta una lunga frequentazione con Castegnetti e il lavoro su Dossetti sta dentro questa visione del mondo e della parte.

Personalmente appartengo ad altro, quel rigore monastico, quel rapporto con il dovere, quel cercare non gli ultimi nel mio senso ma i sofferenti in senso lato non può appartenermi. Dossetti aveva una etica della politica che era rigorosa anche e soprattutto con se stesso. Credo che il ruolo della fede sei nella coscienza e non nello Sttao, credo che la felicità non sia un premio alla fine, ma un tentativo mentre. Non vado in un monastero a cercar pace, ma in una osteria a menar guerra.

Detto questo Dossetti è una figura che pare uscita da un manoscritto medievale, per lui il Vangelo è guida. Luigi Giorgi lo sente vicino per via di quel rapporto unico che hanno i cattolici postconciliari in disgusto per le forme dei cattolici armati contro ogni forma fuori forma che l’eresia è ossessione.

Dossetti lascia la politica, perchè è la città di Dio che lo affascina, la città degli uomini ha bisogno di troppi compromessi e lui non ne può fare, mai.

Ecco io e Luigi abbiamo radici comuni, ma da me c’è la malapianta e la contraddizione, l’impurità, l’odio alla fatica, l’edonismo. In Luigi il rigore, è un monaco della storia, nelle storie, ha la sua chiesa nei “riti” delle biblioteche, degli archivi. In principio fu il verbo, la parola. Luigi cerca tra le parole scritte quella esperienza unica di una Fede che si cimenta nella democrazia, sempre cristiana però.

Non ho letto il lavoro su Dossetti, lo farò ma credo giusto togliermi il cappello davanti ad uno dei pochi intellettuali setini che studia più che parla, che è più che mostra, che non cerca palcoscenici ma il prossimo libro da studiare, il prossimo documento da analizzare e non fa l’erudito ma il saggio.

Va da se che come socialista ritengo questi “preti” pericolosi per la mia causa, ma so riconoscere la stoffa.

 

Luigi Giorgi è il Coordinatore delle attività culturali dell’Istituto Luigi Sturzo. È socio della Società italiana per lo studio della storia contemporanea e della Società italiana di storia dello sport. Ha lavorato come collaboratore parlamentare prima alla Camera dei deputati e in seguito al Senato della Repubblica. Ha scritto diverse monografie e saggi su Dossetti, sulla storia dell’Italia contemporanea e su quella del movimento cattolico. Collabora inoltre con riviste di storia e di attualità culturale

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