San Martino e la festa dei cornuti: la storia della giacca alla rovescia di Roccagorga

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NB: questo articolo cura il morale salva il sorriso è storia antica

 

Oggi è la festa di San Martino, me lo ricorda il mio amico Damiano e me lo ricorda davanti ad una “spera” di sole”.

Dico…”a è l’estate di San Martino” e lui “e la festa dei cornuti”. Veniamo da una cultura dove tutto era “riconosciuto”, “mai condannato” e sempre normalizzato. A Roccagorga ci tenevano alla festa dei cornuti e ogni cornuto era oggetto di sberleffo e, per dirla alla Enzo Biagi “le nostre nonne erano generose”, ma?

Ma c’era una possibilità di salvare la faccia in questo giorno caldo di quasi estate, ammettere la ragione dello sberleffo, fare lo sportivo su un dolore e lo si faceva indossando la giacca alla rovescio, così nessuno poteva dire nulla su lui e sulla consorte.

Un signore la mattina dell’11 chiese alla moglie: “Ma che dici me la metto la giacca alla roversa”. La signora si quasi stizzì, lui si sentì in colpa e gli rispose: “ma manco a pensarle certe cose, ma tu pe sicuranza micchitella”.

Storie antiche di chi sapeva ridere e stare al mondo con la benedizione di un Santo che fece venire l’estate in inverno, con il suo mantello indossato in modo che il freddo diventasse il suo rovescio, caldo. Pe sicuranza

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