La passione spiegata per conoscenza e l’amore mai sazio

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Come mi spiegarono la passione. Fu una lezione strana di cui si incaricò mia nonna Pippa. Seriamente mi porto alla chiesa di Sant’Antonio che si raggiungeva con 50 metri, non di più, di salita ripidissima da casa mia.

Oggi la chiesa è pericolante e chiusa, capite che era un altro mondo.

Nonna mi porto a vedere le facce delle statue, dei dipinti, e mi tracciò il senso della sofferenza, della mistica sofferenza.

Mi incutevano timore, paura le statue, i dipinti, l’ odore di cera bruciata mista a incenso, a umano, a vecchio, a umido.

Il fumo delle candele aveva sporcato i muri, i dipinti e la luce che veniva dall’ alto giocava ad effetto per far credere all’ inganno che li ci fosse nostro Signore, ma non si vedeva dovevi avere fede, dovevi  credere.

Tutto era di timore, e allora nonna parlò, lei donna piissima, devota che avrebbe voluto farsi suora.

 “Ogni amore in Cristo redentore soffre per il suo amore, perché l’ amore, in cielo e in terra non è mai sazio. Di amore sazio sono pieni i miscredenti, i senza respiro, i cinici che non hanno dolore e quindi amore non è”.

Ogni santo, ogni cristo raffigurato, ogni santa aveva la faccia comune del dolore perché è l’ elemento Comune di ogni amore.

Mica facile da dire, mica facile da capire.

Quanti volti sofferenti, il sole dal soffitto faceva lance di luce al costato di ogni mistico santo. La posizione di Dio Gesù sul Golgota dopo la condanna in attesa dell’ultimo respiro o del primo risorgere, fate voi.

Poi si mise sulla panca, nonna mia, e sgranò il rosario tante volte da fare una nenia con altre oranti e tutto ritornava dalle facce dei santi . Ecco cosa conosco e riconosco della passione questo ingoverno rispetto alla ragione.

Nonna mi amava, unico nipote, unico fragile tra mille uomini fin troppo veri, voleva darmi gli anticorpi che restano impossibili.

Così anche io, come ogni uomo di questa terra, ho il dolore e ho quella torre di Babele che mi rende muto per gli altri.

Il vespro annuncia il buio della sera, il demone Lucifero porta il mattino della luce, in mezzo il rosario. Eppure il bene della luce lo porta il demone, quello del buio la pietà. Non ci sono angeli e demoni, ma un Dio vendicativo e cattivo e un Dio misericordioso e buono, Lucifero non è diverso e dicono che lo hanno visto piangere davanti al creato come fece il creatore il settimo giorno e forse non si capisce l’uno dall’altro

Perché io sia il bene, è necessario che tu continui ad essere il male, se il Diavolo non sussiste come Diavolo, Dio non esiste come Dio, la morte di uno sarebbe la morte dell’altro

Josè Saramago, Il vangelo secondo Gesù

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